Alla stessa domanda tempo fa (dovete fidarvi perché non ho più il link...) un gruppo di americani rispose più o meno così:
10% - "avere successo"
40% - "trovare un lavoro migliore (o meglio pagato)"
Di quel 10% che voleva avere successo, indipendentemente dalla loro personale definizione di esso, 2 su 5 sapevano cosa dovevano fare per raggiungerlo ed avevano programmato la loro vita di conseguenza. Gli altri 3 speravano nella "botta di culo" e, nel frattempo, aspettavano quel giorno senza agire.
Ecco spiegata la differenza tra persone di successo e falliti, che nel sistema capitalistico si traduce banalmente nella differenza tra ricchi e poveri, e per chi segue il pensiero di questo blog nella differenza tra felici ed infelici.
I ricchi sanno quello che vogliono e si mettono in marcia per trovarlo. Gli altri aspettano e sperano (in Italia aggiungerei anche che giocano al Gratta&Vinci), oppure non sanno cosa vogliono.
Per rafforzare la tesi, al 40% che ha risposto "trovare un lavoro meglio pagato", è stata posta un ulteriore domanda: "cosa hai fatto per trovare un lavoro meglio pagato?"
La stragrande maggioranza ha risposto: "Niente. Lavoro tanto da non avere il tempo per cercarmi un altro lavoro".
Il 20% spera che un giorno si presenterà da sola la grande occasione (ari-daje...).
Il 10% si impegna sistematicamente a trovarsi un lavoro migliore.
Quindi sembra che buona parte dell'economia capitalista per definizione (gli USA), si basi su quel 4% che sa cosa vuole e che spesso rischia tutto quello che ha per ottenerlo. In una società simile, essere indecisi significa non avere mai la vita che si vuole. A livello personale, essere indecisi o titubanti significa non raggiungere mai la felicità.
APERTA PARENTESI
APERTA PARENTESI
L'Italia è stata abituata ai contentini statali, che si sono tramutati in diverse forme di assistenzialismo. Le pensioni d'oro o quelle non dovute, i posti statali inutili, la Cassa del Mezzogiorno, hanno dato un reddito a quasi tutti.
ATTENZIONE!!! Il "Sistema-Italia" ha funzionato benissimo in passato, è solo diverso e sicuramente meno "onesto". Le storture del sistema che creavano bassa produttività venivano aggiustate (anche dal cambio) e il debito veniva ripagato da una sana inflazione (tranne negli anni delle due cifre, ma lì vi erano anche altri fattori esogeni, in particolare la crisi petrolifera).
Il tipico stereotipo che vede lo statale del sud timbrare il cartellino e poi lavare il camper mentre l'imprenditore del nord lavora nella fabricheta, dovrebbe tener conto che anche se non giusto, il sistema permette ai "furbetti" di usare il loro stipendio per comprare i meravigliosi prodotti dell'imprenditore, facendo girare l'economia alla perfezione.
Con questo sistema e Craxi stavamo superando l'Inghilterra come PIL prodotto...
Adesso però con l'euro ciò non è più possibile, ma cosa ancor più grave, tutti pensano che invece lo sia, e che ci deve pensare lo Stato o il politico di turno a risolvere la situazione.
Ma lo Stato non ha più soldi, o meglio non li ha perché non può più stamparli e perché abbiamo separato Bankitalia dal Ministero del Tesoro, perdendo totalmente sovranità monetaria.
Il mondo è cambiato ed è diventato più capitalista che mai nel frattempo, aggravando la situazione. Se produci ricchezza diventi straordinariamente ricco. Diversamente devi accontentarti di quello che passa il convento (quando e se lo passa).
CHIUSA PARENTESI
La ricchezza non è il denaro
Come potete aver letto prima, il mio punto di vista sulla ricchezza non è legato solo al denaro, ma a tutto ciò che ci rende felici. Ci sono diversi bisogni che portano alla ricchezza. Quelli più importanti per me sono, nell'ordine:
La salute
La libertà
Il tempo
L’amore
La mia idea di ricchezza quindi non è altro che un sinonimo di felicità.
Essere "ricchi" vuol dire essere felici, il denaro per me non centra nulla (a meno che siate seguaci di Zio Paperone), se non come mezzo di scambio per le spese inevitabili.
Sicuramente ognuno di noi ha diversi bisogni da soddisfare per essere felice. Ciò che è curioso è che generalmente quando pensiamo a come diventare "ricchi" ci concentriamo solo genericamente sui bisogni invece di riflettere bene su come ottenerli.
Così succede che lavoriamo in continuazione per avere più soldi e perdiamo di vista il tempo da dedicare ai nostri sogni.
O ancora siamo così disgustati dal nostro modello capitalistico che decidiamo di fare downshifting “estremo”, scoprendo però che qualche cena al ristorante ci manca e che fare la doccia con l'acqua calda l'inverno è decisamente piacevole.
Identificare i bisogni e metterli su un piano preciso per soddisfarli è ciò che serve per permetterci di seguire il percorso più efficiente e veloce.
Ricordate che tutti noi siamo esseri speciali ma la società di oggi ci auto-convince di essere dei mediocri, e lo fa così bene da farci pensare di non poter fare altro oltre quello che abbiamo appreso nella nostra vita o a scuola.
Da quando siamo nati ci hanno abituati a seguire una strada precisa, evitando come la peste ogni deviazione (scuola, università, lavoro, fidanzato/a, matrimonio, mutuo, figli, pensione da "godere") e ad essere inquadrati professionalmente. Le nostre vite sono spesso trasformate in grosse gabbie senza sogni da inseguire.
Non a caso anche quando stiamo ottenendo quello che la società ci ha insegnato essere importante, spesso non siamo felici, e spesso neanche ricchi economicamente.
E' ovvio che quando siamo in questo "flusso", abbiamo la percezione che il tempo e la vita ci sfugga dalle mani e non riusciamo ad inquadrare bene i nostri bisogni.
Alcune regole per raggiungere la ricchezza
E' ovvio che quando siamo in questo "flusso", abbiamo la percezione che il tempo e la vita ci sfugga dalle mani e non riusciamo ad inquadrare bene i nostri bisogni.
Alcune regole per raggiungere la ricchezza
Eccovi le regole che ho imparato ad usare per raggiungere il mio ideale di ricchezza. Alcune sono generali, altre aiutano la pianificazione per raggiungere i vari bisogni-obiettivi.
- Imparare in continuazione qualcosa di nuovo: la conoscenza è potere, specialmente se viene organizzata in progetti volti a realizzare uno scopo. Attenzione a specializzarvi troppo: avere conoscenze specialistiche permette di trovare un lavoro e quindi iniziare ad avere risorse per i propri sogni, ma spesso ci si trova imbrigliati nel proprio lavoro e non si riesce a fare altro. Da qui milioni di persone che pensano di non poter fare altro nella vita se non quello che già fanno (e spesso odiano). Quindi la conoscenza deve essere variegata.
- Programmazione ed organizzazione: qualsiasi impresa o progetto ha bisogno di una programmazione ben precisa che individui i percorsi più critici, il tempo, il budget e le risorse da dedicare ad essa.
- Pensieri ed obiettivi: i pensieri, quando sono abbinati alla chiarezza, alla tenacia e al desiderio di ottenere qualcosa, diventano veramente cose (leggi anche qui).
- I sogni: il segreto della felicità è sicuramente il fortissimo desiderio di raggiungere lo scopo della propria vita, nonostante tutti gli ostacoli. Quando ci si muove per raggiungere un sogno qualcosa si porta sempre a casa. Magari qualcosa di diverso, oppure qualcosa che neppure potevamo immaginare. Il sistema d(')istruzione odierno fa tutto tranne che insegnarci ad inseguire i nostri sogni
- Il "sesto senso": Il sesto senso è la parte del subconscio abbinata all'istinto, alla parte del cervello che prende decisioni rapidissime. Se ti senti sicuro, fidati del tuo istinto. Attenzione, l'istinto ti fa decidere solitamente in una frazione di secondo - se ci stai pensando troppo probabilmente non si tratta più di sesto senso.
- Decidere, decidere, decidere... e in fretta!: il più importante secondo me. Qualsiasi impresa che richieda tempo e dedizione per essere sviluppata è costellata nel suo cammino da innumerevoli scelte. L'ho provato sulla mia pelle più volte, in ogni campo. Le persone di successo decidono, ed anche in fretta, perché non decidere è comunque una scelta, ma che in realtà è fuori dal nostro controllo.
- Combattere la paura: altro fattore fondamentale. Non potremo mai diventare ricchi, sia materialmente che spiritualmente, se siamo continuamente preoccupati sul nostro futuro. Quello che bisogna fare dunque è identificare la paura con precisione e superarla.
Ora, torniamo alla domanda iniziale: "ma tu cosa vuoi dalla vita?"
Se hai una risposta a questa domanda, la prossima è: "che stai facendo per ottenerla?"
Ora hai un punto di vista in più che potrebbe aiutarti.
Ora hai un punto di vista in più che potrebbe aiutarti.
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