Oggi vorrei ragionare con voi sul'indice Dow Jones.
Mentre tutti sono focalizzati sull'S&P500 o sul Nasdaq che macina records, il più antico indice di Wall Street ci racconta una storia importante. L'indice infatti, non ha ancora recuperato i massimi di marzo 2020 e anzi dopo un massimo relativo a giugno sui 27500 ha rintracciato e non sembra intenzionato a risalire.
Mentre Tesla, Amazon, Apple, etc. offuscano il panorama insomma, il DJ sembra mostrarci non solo una certa debolezza, ma una lunga figura di distribuzione, partita all'inizio del 2017, che se durasse fino a tutto il 2020 sarebbe di ben 4 anni. Un tale perido è propedeutico ad una inversione di lunghissimo periodo sul ciclo di 75-100 anni.
A marzo il mercato è caduto con volumi in salita, e sul rally seguente i volumi non si sono impennati. No buono...
I treasury hanno recuperato in settimana. "Chi sa" mette gli spiccioli sull'azionario, ma si tutela da scenari di pandemia autunnale e soprattutto, di prossima fine del ciclo epocale iniziato dopo la depressione susseguente al crollo del 1929. In più la FED non ha scelta: deve comprare tutto il debito emesso dal Tesoro americano ove necessario, o gli USA perderebbero la leadership di nazione guida del mondo.
Al tempo, dovremo liberarci del trentennale per spostarci forse sui titoli inflation linked, o forse sull'azionario. Forse di un paese che non saranno gli USA, forse non in dollari. Ma quel tempo è ancora lontano. Al momento gli USA sono sempre gli USA, il dollaro sempre il dollaro, nonostante tutti i casi di Covid che potete contare.
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